I link e l’ottimizzazione del sito
Come abbiamo visto nel precedente post, alla base del successo di Google c’è l’intuizione di utilizzare i link in entrata per misurare l’importanza di un sito.
Dato che i link sono così importanti, vediamoli un po’ più da vicino.
Che cosa è un link?
Un link è espresso visivamente da un testo – spesso di colore blu – che, se cliccato, porta in genere dalla pagina che si sta leggendo ad un’altra pagina web.
In questo post ne avete trovato uno nella prima riga e altri ne troverete proseguendo nella lettura. Nella figura seguente, i link sono rappresentati dalle parole e dalle frasi in blu:
Il link viene creato attraverso un comando espresso nel linguaggio HTML, che è il linguaggio usato per impaginare e visualizzare graficamente il contenuto di una pagina web.
Il comando indica al browser che cosa deve fare. Se, ad esempio, vogliamo creare un link alla home page di Facebook, dovremmo scrivere il seguente comando:
<a href=”http://www.facebook.com”>Facebook</a>
Nel comando ci sono due parti:
- l’URL, cioè l’indirizzo della pagina web a cui vogliamo indirizzare chi clicca sul link (http://www.facebook.com);
- l’anchor text, che indica la parola (o la frase) con la quale viene visualizzato il link nella pagina che stiamo leggendo. Nel nostro esempio, l’anchor text è: >Facebook<. Di conseguenza, il link viene visualizzato nella pagina che stiamo leggendo attraverso la parola Facebook.
Se come anchor text – invece che >Facebook< – scriviamo >social networking<, nella pagina appare questo link: social networking. Non avendo cambiato l’indirizzo della pagina web da collegare (hptt://www.facebook.com), cliccando sul link si arriva sempre alla home page di Facebook.
Pertanto, l‘anchor text puo essere generico o specifico.
Nel primo caso, sulla pagina potrebbe esserci scritto: “creare un profilo personale su Facebook”. Nel secondo caso, si potrebbe avere qualcosa del tipo: “creare un profilo personale sul sito di social networking Facebook”. In questo secondo caso, l’anchor text utilizzato è molto più specifico: si sta dicendo a Google che cosa è Facebook, e in questo modo si aiuta Facebook a classificarsi, nei risultati di Google, per la specifica parola chiave “sito di social networking”.
Per il posizionamento su Google, questo secondo tipo di link è migliore del primo (Facebook), perché:
- usando come testo del link la parola “Facebook”, aiutiamo il sito a posizionarsi su Google solo per la parola “Facebook;
- usando come testo del link “sito di social networking Facebook”, aiutiamo il sito a posizionarsi, non solo per la parola “Facebook”, ma anche per le frasi “sito di social networking” e “social networking”.
Link “nofollow”
Ci sono dei link che non sono validi per i motori di ricerca e, quindi, non vengono conteggiati. Sono i link a cui viene assegnato l’attributo “nofollow” (“non seguire”). In questo caso, nel comando viene inserito, dopo l’indirizzo della pagina a cui vogliamo indirizzare chi clicca sul link, l’attributo rel=”nofollow”. In questo modo, specifichiamo al motore di ricerca di non seguire quel link, cioè di non inserirlo negli indici di ricerca.
Seguendo il nostro esempio, il comando per il link Facebook deve essere scritto in questo modo:
<a ref=”http://www.facebook.com rel=”nofollow”>Facebook</a>
Questo tipo di link è nato per combattere il fenomeno dello spam all’interno dei commenti nei blog. Quando si scrive un commento ad un post di un blog, in genere il modulo consente di inserire un indirizzo web. Cosa avviene spesso? Che si approfitta di questa possibilità per inserire dei link “scorretti”, come ad esempio dei link a dei siti a luci rosse.
Gli amministratori del sito, per evitare di controllare uno ad uno i commenti, possono allora decidere di assegnare l’attributo “nofollow” a tutti i link all’interno dei commenti, impedendo ai motori di ricerca di prendere in considerazione questi link.
Quindi, per il posizionamento su Google, i link che hanno l’attributo “nofollow” non hanno alcun valore.
Tipi di link
Relativamente al posizionamento sui motori di ricerca, possiamo dividere i link in:
- link interni (internal link)
- link diretti verso un sito (inward link)
I link interni sono quelli che vengono utilizzati all’interno di un sito web, per collegare una pagina ad un’altra e permettere ai visitatori di navigare lungo il sito.
Sull’importanza che rivestono per i motori di ricerca non c’è accordo tra gli esperti. Mentre alcuni ritengono che non sono presi in considerazione dai motori di ricerca, altri sostengono che possono avere un piccolo valore, soprattutto se contengono un anchor text con una delle parole chiavi che sono importanti per quella pagina, in modo da far capire a Google di cosa tratta la pagina: per esempio, se la pagina a cui si sta collegando il link è stata ottimizzata per la frase “lead generation”, allora bisogna fare in modo che i link indirizzati a questa pagina utilizzino come anchor text questa frase (o simili).
Dato che sono sotto il nostro controllo, e che non richiedono grande impegno, il mio consiglio è di ottimizzare in ogni caso i link interni (sperando che in qualche modo influiscano sul comportamento dei motori di ricerca).
I link diretti da un sito verso un altro sito sono utili per due motivi, perché:
- indirizzano traffico verso il sito;
- aiutano ad avere un buon posizionamento nei risultati di Google.
Di conseguenza, qualsiasi sito ha un grande interesse ad attirare dei link verso le proprie pagine. Però, dato che provengono da siti che spesso neanche si conoscono, si potrebbe pensare che questi link siano completamente al di fuori della nostra influenza.
In realtà, non è così. Vediamo perché.
Tipi di inward link
I link diretti verso un sito possono essere divisi in:
- link liberi, quando cioè sono indirizzati ad un sito senza nessun condizionamento, semplicemente perché si considera il sito degno di essere segnalato ai propri visitatori;
- link sollecitati, quando si contattano altri siti per chiedere di indirizzare un link ad una propria pagina web;
- link pagati, quando si paga per avere un link collegato ad una pagina del proprio sito.
Prima dell’avvento di Google, i link erano tutti “link liberi”. Infatti, non avendo valore per il posizionamento sui motori di ricerca, un sito indirizzava un link ad un altro sito solamente se i propri visitatori ne potevano trovare dei benefici, se cioè potevano trovare dei contenuti interessanti.
Dopo la nascita di Google, l’interesse ad avere dei link in entrata è diventato fortissimo, perché questi link aiutano a posizionarsi in alto nelle classifiche di Google. Di conseguenza, da allora si cerca di ottenere dei link da altri siti sia sollecitandoli direttamente che pagandoli.
Come vedremo nel prossimo post, è possibile influire su tutti i tre tipi di link in entrata, anche su quelli liberi.