Link building
Per avere un buon posizionamento nei risultati di Google, sono necessarie due condizioni fondamentali:
- avere un buon numero di link provenienti da altri siti:
- i link devono essere di qualità e, cioè, devono provenire da siti che hanno un buon PageRank e che hanno un contenuto attinente al sito di destinazione.
E molto importante operare per avere un numero significativo di link in entrata (backlink o inbound link).
L’attività svolta per attrarre link da altri siti viene chiamata “link building”, che letteralmente significa “costruire link”. E’ un’attività che richiede tempo, impegno e costanza. Però, se eseguita bene, migliorerà senz’altro il posizionamento del vostro sito nei risultati di Google.
Per attrarre i link al proprio sito – e, quindi, per costruire un processo di link building – possiamo ricorrere a quattro fonti:
- l’ottimizzazione del sito;
- la creazione attiva dei link;
- la richiesta di link (link sollecitati);
- il pagamento dei link.
Vediamo in dettaglio ognuna di queste quattro fonti.
1. Creare un sito che attiri i link
Come si possono attrarre link da altri siti in modo naturale?
In generale, possiamo dire che si ha un link da un altro sito quando la pagina merita di averlo, quando cioè c’è del contenuto interessante, importante e unico che abbia particolare valore per i visitatori degli altri siti.
Questo contenuto di qualità deve essere presente soprattutto nelle pagine del sito che possono attrarre link, cioè in quelle che sono chiamate delle “link landing page”. Queste pagine devono essere costruite avendo come obiettivo “l’attrazione dei link” e, quindi, dovrebbero fornire una forte ragione per avere dei link. Ad esempio, dovrebbero:
- fornire delle informazioni preziose, come un articolo, un white paper, un ebook (anche semplicemente scritto in Word e salvato in PDF), una ricerca, un’intervista ad un esperto, un blog, ecc.;
- essere un autorevole fonte di informazione e fornire qualcosa di unico. Questo non significa che bisogna avere delle informazioni per forza originali: ad esempio, si può creare una pagina come se fosse una piccola web directory, dove si offrono dei link ai siti più importanti che trattano un determinato argomento, con dei commenti e delle recensioni;
- utilizzare del contenuto che aiuti ad affermarsi come “leader di pensiero”, esperto di un dato argomento con dei contenuti specifici e autorevoli.
Naturalmente, perché il contenuto sia di valore, occorre che sia ben scritto, e che tenga conto delle esigenze dei lettori online, che sono diverse da quelle offline. Ho già parlato del diverso modo di scrivere sul web, mentre in un prossimo post parlerò di come scrivere bene.
2. Creare attivamente i link
Una volta ottimizzato il contenuto delle “link landing page”, in modo da attrarre “liberamente” dei link da altri siti, dobbiamo concentrarci sulle tecniche con cui possiamo attivamente creare dei link alle nostre pagine. Le principali tecniche per creare dei link indirizzati al proprio sito riguardano:
I Blog
I blog possono essere un formidabile strumento per attrarre dei link al proprio sito, grazie all’utilizzo di due tecniche:
- Farsi ospitare su un blog
Quando un nostro post è ospitato sul blog di altri autori (guest blog), si ha la possibilità di poter includere un link alla fine del post, nelle note sull’autore del post. E’ un lavoro duro, perché occorre scrivere qualcosa che sia tanto interessante da essere accettato e pubblicato da un buon blog. Ricordiamoci, comunque, che i blogger stanno sempre cercando del contenuto interessante da pubblicare.
Consiglio di:
- iniziare a seguire con attenzione e regolarmente alcuni autorevoli blog, inserendo dei commenti ben meditati e significativi ad alcuni dei loro post;
- seguire gli autori sui social networking in cui sono presenti, come Twitter, LinkedIn, Facebook, Google+, cercando di instaurare un contato diretto;
- dopo un po’ di tempo, scrivere un post di circa 500 parole sull’argomento del blog prescelto;
- contattare il titolare del blog tramite email, sottoponendogli il post, insieme con un breve profilo dell’autore da pubblicare dopo il post, contenente un link al proprio sito (che è il motivo principale dell’offerta del post);
- spiegare, nell’email di contatto, perché si è interessati a quel blog, e perché ci si considera competenti sugli argomenti trattati nel blog;
- infine, dichiararsi disponibili ad ospitare un post del blogger sul proprio blog (nel caso se ne possegga uno).
2. Commentare il blog di altri autori
La maggior parte dei blog permette di lasciare un commento alla fine di un post. In genere, insieme al commento è richiesto anche l’indirizzo del proprio sito web. In questo modo, si riesce ad inserire il link al proprio sito (che è la ragione principale del commento).
Come ho scritto nel precedente post, ci sono dei blog che utilizzano l’attributo “nofollow”: in questi casi, il link al sito non avrebbe valore per i motori di ricerca. Comunque, esistono molti blog che non hanno attivato questo attributo.
I blog da cercare sono quindi quelli che non hanno l’attributo “nofollow” sui link in uscita e che hanno un buon PageRank. Più avanti spiegherò come scoprire i siti che non hanno l’attributo “nofollow” operativo.
Le web directory
Le web directory sono dei siti che pubblicano degli elenchi di società, divise per aree tematiche. In genere, per ogni società presente nei loro elenchi, le web directory forniscono alcuni dati, tra cui anche il link al loro sito web. Per essere presenti in questi elenchi bisogna iscriversi, compilando uno specifico modulo (figura seguente, esempio del modulo d’iscrizione tratto da Directory Imprese.it).
In questo modo, una volta pubblicato il proprio profilo, si avrà un link di collegamento al proprio sito (che è il nostro principale obiettivo).
Nella figura seguente, si può vedere una schermata della categoria “Arte e Artigianato” nella Directory Imprese.it
In Italia esistono decine di directory.
Per avere un elenco, potete digitare su Google “directory+imprese” e avrete un elenco di directory italiane riservate alle imprese. Per qualcosa di più specifico, invece di “imprese” digitate, dopo “directory+”, il nome del settore a cui siete interessati.
In questo post sono indicate alcune delle principali directory italiane.
Gli article marketing
Con il termine “article marketing” ci si riferisce a una modalità nella quale:
- si scrive un articolo su un determinato argomento;
- a conclusione dell’articolo, si inserisce un breve profilo dell’autore, contente un link diretto al proprio sito (che è quello che serve per migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca);
- si distribuisce l’articolo ad alcuni siti specializzati per la distribuzione e la pubblicazione;
- questi siti pubblicheranno l’articolo e, a volte, lo distribuiranno ad altri siti specializzati:
- quando l’articolo viene pubblicato, comparirà anche il profilo dell’autore con il link al suo sito, in modo da influire sul suo posizionamento nei motori di ricerca (trasferendo il valore del sito di article marketing al sito a cui è indirizzato il link).
Esistono molti siti che si occupano di ricevere, pubblicare e distribuire ad altri siti questo tipo di articoli. Digitate su Google “siti di article marketing” e avrete disponibili vari elenchi.
Dei buoni elenchi si possono trovare anche nei siti di giorgiotave, di seoline e w3facile.
Dato che Google penalizza i siti che pubblicano contenuti duplicati, è importante creare dei testi unici per ogni sito di article marketing. Per evitare la fatica di scrivere ogni volta un articolo originale per ciascun sito – compito estremamente faticoso – si possono utilizzare dei software specifici, chiamati “spinner”, che riescono a creare diverse versioni “uniche” partendo da un testo base. Un buon software, capace di leggere anche l’italiano, è The Best Spinner.
Suggerisco di individuare i migliori siti di article marketing, senza distribuire a caso i testi, in modo da avere dei link di qualità; e, poi, d’iniziare a inviare articoli “originali” una volta alla settimana.
3. Richiedere dei link (link sollecitati)
Dopo la creazione di link indirizzati al nostro sito, possiamo poi pensare di:
- selezionare dei siti che possono essere importanti per noi;
- contattarli;
- richiedere che indirizzino un link ad una nostra pagina.
A prima vista può sembrare una pratica destinata all’insuccesso. Ma non è così. Pur essendo un’attività abbastanza impegnativa, può dare degli ottimi frutti.
Bisogna prendere in considerazione solo i siti che hanno del contenuto collegato al nostro e che siano credibili.
I propri partner
Per iniziare, consiglio di pensare ai propri partner di business, dato che è più facile attrarre link da siti che ci conoscono piuttosto che da siti con i quali non si ha alcun rapporto.
Bisogna fare un elenco di tutte le imprese con cui si è in rapporto: fornitori, intermediari, clienti. Inizialmente, si dovranno prendere in considerazione le imprese con cui si ha un rapporto di comando, cioè quelle aziende per cui si è un partner essenziale: saranno quelle che forniranno un link immediatamente, perché ci tengono particolarmente al rapporto con noi. Si chiederà un link diretto ad una nostra determinata pagina, con uno specifico anchor text.
Poi, si potranno prendere in esame le imprese che si conoscono, ma con cui si ha un rapporto meno diretto.
In entrambi i casi, si può prima avanzare la richiesta per telefono, facendola poi seguire da un email con il dettaglio della richiesta. In genere, è abbastanza difficile avere un rifiuto.
I nostri competitor su Google
Dopo aver preso in considerazione i nostri partner d’affari, possiamo passare alla parte più difficile: trovare e contattare i siti più interessanti, tra quelli che non ci conoscono.
Il modo più semplice, per trovare dei siti importanti, è quello di digitare su Google le parole chiave che sono maggiormente utilizzate nel nostro sito, e vedere quali sono i siti che sono posizionati meglio di noi (siti competitor)
Questi siti sono davanti a noi nella classifica di Google anche perché hanno dei siti che indirizzano dei link a loro e non a noi: questi siti esterni sono proprio quelli che dobbiamo prendere in considerazione per scegliere, poi, quelli da contattare.
Per scoprire i link in entrata di un sito possiamo utilizzare diversi tool presenti su Internet. Tra i tanti, uno dei migliori, tra i gratuiti, è Backlink Watch. Nell’home page, molto spartana e non proprio bella, c’è uno spazio dove digitare l’indirizzo del sito di cui si vogliono conoscere i link in entrata.
Dopo aver inserito l’indirizzo e aver cliccato, appare immediatamente la schermata con tutti i backlink del sito. Basta cliccare su ogni backlink per arrivare al sito che ha indirizzato il link.
Nella figura seguente, ho riprodotto una parte della schermata che appare dopo aver digitato l’indirizzo del mio sito:
Come si può notare, appaiono:
- gli indirizzi dei siti che hanno un link al mio sito (“Backlink URL”);
- l’anchor text utilizzato;
- l’indicazione di quando è attivo l’attributo “nofollow”.
Allo stesso modo, possiamo ottenere i backlink dei siti che stanno davanti a noi nelle classifiche di Google per le nostre keyword.
Facciamo una rapida copia di tutti i backlink dei siti che stanno nelle prime posizioni di Google e incolliamoli su un pagina di Excel. Eliminiamo i duplicati e i siti che hanno l’attributo “nofollow” attivo.
A questo punto, possiamo iniziare a cliccare su un indirizzo e analizzare il sito di destinazione per vedere quali sono i suoi contenuti, quanto è autorevole, quanto può essere facile contattare qualcuno – titolare del sito, webmaster, ecc. – per richiedere un link. Si farà lo stesso per tutti i backlink presenti nel nostro elenco e si selezioneranno i siti ritenuti più adatti per effettuare la nostra richiesta.
Si dovrà quindi scrivere una email al webmaster, al titolare o a un responsabile di ogni sito per richiedere un link al nostro sito [descriverò come scrivere l’email in un prossimo post].
E’ molto importante avere qualcosa da offrire in cambio del link che si richiede: un proprio link; dell”informazione utile; uno sconto; ecc.
Il modo più semplice è spesso rappresentato da uno scambio di link. In questo caso, prima indirizzeremo un link al sito a cui dobbiamo proporre lo scambio, e poi lo contatteremo chiedendo di avere un link indirizzato ad una pagina del nostro sito.
Bisogna tenere conto che Google dà meno valore ai link “reciproci”, proprio perché ritiene che spesso, dietro questi link, ci possa essere una pratica di “scambio”. Pertanto, quando è possibile, è meglio cercare di ottenere il link senza proporre lo scambio.
Naturalmente non si riuscirà ad avere un link da tutti i siti contattati, ma solo da alcuni: sono però inbound link di valore.
4. Il pagamento dei link
Infine, i link si possono anche comprare. I vantaggi sono principalmente tre:
- è un modo facile di avere dei link indirizzati al proprio sito: bisogna solo selezionare da chi comprare i link e poi pagare quanto richiesto;
- sono molto utili quando si deve migliorare il proprio posizionamento nei motori di ricerca in fretta e non si può aspettare che arrivino quelli sollecitati;
- si può specificare l’anchor text che si vuole.
Google non contrasta questa politica, se è fatta con l’obiettivo di ottenere del traffico al proprio sito, cioè se è fatta a fini pubblicitari, e se il sito che vende i link utilizza l’attributo “nofollow” per i suoi link. Google, invece, non apprezza se questa politica è fatta per aumentare il proprio posizionamento nelle sue classifiche e penalizza chi utilizza queste tattiche, abbassando il posizionamento del sito.
Per individuare i link pagati, Google si affida ad alcuni “modelli di comportamento”. Ad esempio, se un sito fino ad ora ha avuto solo link da siti con PageRank inferiori a 5 e, d’improvviso, in pochi giorni, ottiene 5 link da siti con PageRank superiore a 5, Google li può considerare “sospetti”, perché rientrano in uno dei suoi modelli sui link comprati e, quindi, li può tenere in sospeso.
Attualmente, si può correre il rischio di acquistare dei link solo se:
- si fanno pochi acquisti alla volta, lasciando passare del tempo tra un acquisto e l’altro;
- i siti da cui provengono i link hanno un PageRank non troppo superiore a quello del proprio sito;
- sono siti che trattano argomenti simili al tuo sito;
- non si utilizza lo stesso ancor text – Google infatti ritiene “non naturale” ricevere troppo link con lo stesso anchor text.
Per comprare i link ci si può affidare ad alcuni broker presenti su Internet e che vendono set di link per qualche centinaio di euro al mese.
Per quanto mi riguarda, anche se può portare buoni risultati, non mi sento di consigliare questa tecnica, sia per ragioni etiche, sia perché Google sta migliorando costantemente la sua capacità di monitoraggio. Può, quindi, penalizzare i siti che usano questa pratica, facendoli retrocedere nelle sue classifiche.
Conclusioni
Un processo di link building si svolge quasi sempre in modo lento. Infatti, attrarre link di qualità non è facile, occorre molto tempo e molta pazienza.
I risultati possono però essere molto importanti. Infatti, non solo si può migliorare la posizione del proprio sito nella classifica dei motori di ricerca ma, cosa anche più importante, si può riuscire ad attrarre traffico qualificato che poi può essere convertito, in base agli obiettivo del sito.
5 pensieri riguardo “Link building”
Lei scrive delle guide davvero molto interessanti ! Complimenti !
Volevo chiederle .. Sbaglio a pensare che alcune Web Directory non facciano proprio bene al proprio website .. Che siano viste da Google come SPAM ad esempio ?
Saluti .
Buongiorno, per prima cosa mi complimento per ciò che scrive, molto interessante, vorrei sottoporle un quesito: ho da poco stipulato un contratto con una società di web marketing per il posizionamento del sito aziendale, nel quale ci sono diverse pagine descrittive della nostra attività e un catalogo con foto (davvero molte) e una finestra dove ho inserito il nominativo di alcuni artigiani che saltuariamente collaborano con noi o che consiglio di contattare ai nostri clienti perchè molto fidati. Ora,ho chiesto a questi artigiani un piccolo contributo per le attività di posizionamento del sito dato che vanno a beneficio di tutti. secondo lei si può fare da un punto di vista legale e fiscale? che tipo di fattura posso emettere dato che esula dala mia attività? la ringrazio molto . cordiali saluti Rossella
Ringrazio per i complimenti.
Purtroppo non posso rispondere alle sue domande, in quanto esulano dalle mie competenze. Un commercialista è la persona più indicata.
Mi spiace
Secondo me poi dipende dal settore..Ho visto settori dove effettivamente tutte le regole richieste da google vengono rispettate, ma altri dove c’e quanto di peggio ci possa essere in internet, sembrano ferme agli anni 2000
Grazie per le preziose informazioni, cercherò di implementare i backlink sul mio sito.
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