La performance del sito web e la frequenza di rimbalzo

La performance del sito web e la frequenza di rimbalzo

Esistono molti strumenti che consentono di valutare la performance di un sito web. Uno dei più importanti è sicuramente la frequenza di rimbalzo (bounce rate), che misura la percentuale di visitatori che vedono una sola pagina durante la visita al sito: arrivano su una pagina del sito e lo lasciano subito dopo aver visitato questa pagina. Gli utenti “rimbalzano” letteralmente sul sito, perché dopo la prima pagina non proseguono la visita e se ne vanno.

Un visitatore può lasciare la pagina e il sito per due principali motivi:

  1. ritiene di aver raggiunto l’obiettivo che voleva conseguire (contenuto offerto); in questo caso, il tempo medio speso sulla pagina può essere un buon indicatore (un elevato tempo medio può segnalare che il contenuto è soddisfacente); 
  2. ritiene che la pagina non abbia alcun interesse per lui, perché il contenuto è povero di significato o organizzato male, oppure perché non è pertinente con quello che stava ricercando; in genere, in questi casi, il tempo medio speso sulla pagina è molto basso. 

Questo secondo motivo può essere la causa di una cattiva performance del sito, dato che i visitatori stanno lasciando il sito senza averlo visitato e senza aver compiuto nessun’azione utile, come registrarsi, scaricare un documento, comprare qualcosa. In questo caso, un’alta frequenza di rimbalzo può essere determinata dal fatto che:

  1. la pagina sta attraendo i giusti visitatori, ma non riesce ad interessarli
  2. la pagina sta attraendo il traffico sbagliato; cioè, in risposta a una determinata richiesta, il motore di ricerca ha suggerito questa pagina come molto pertinente ma, invece, la pagina non riesce a rispondere alle aspettative: è ottimizzata per una parola chiave sbagliata.

Un modo semplice, per verificare quale di queste due cause può influenzare la frequenza di rimbalzo, consiste nel valutare la bontà del traffico che arriva sulla pagina. Vediamo alcuni esempi

Nel primo, immaginiamo che si digiti la frase “web analytics tools” (“strumenti per analizzare il sito web”) su Google.

Web-analytics-tool-search

Se scegliamo di cliccare sul secondo risultato sponsorizzato (cioè a pagamento), veniamo indirizzati a questa pagina della società Accenture. 

Accenture-analytics-landing-page

Come si può notare, la pagina di Accenture, con la call to action “Take the Assessment”, è perfettamente allineata con la frase digitata nel motore di ricerca. Quindi, da questo punto di vista, il traffico attratto è quello giusto. Se i visitatori stanno pochi secondi su questa pagina e la frequenza di rimbalzo è elevata, significa che probabilmente il contenuto non è soddisfacente e occorre rivederlo.

Vediamo adesso questo secondo esempio. Se digitiamo “cloud storage”, abbiamo questi risultati sponsorizzati:

Cloud-storage-ad

Se decido di cliccare sul risultato della Dell, veniamo indirizzati a questa pagina:  

What-is-fluid-arch

Ho digitato “cloud storage” ma sono stato condotto a una pagina che parla di “Fluid Architecture”. L’unico riferimento alla frase che ho digitato lo troviamo nel titolo in grassetto, dove si fa riferimento allla gestione dei dati con “storage consolidation”. In sostanza, la pagina a cui sono stato indirizzato non ha alcun collegamento con quello che stavo ricercando: il traffico che arriverà su questa pagina sarà quindi probabilmente quello sbagliato. E’ quindi probabile che se ho una frequenza di rimbalzo elevata, la causa risieda nel fatto che sto attraendo il traffico sbagliato. 

Vediamo infine quest’ultimo esempio. Ho digitato “social media news” e mi sono apparsi questi primi risultati: 

Mashable

Se clicco sul primo risultato, vengo indirizzato a questa pagina del sito di Mashable: 

Mashable-example-2012

Come si può notare, sono arrivato ad una pagina che soddisfa pienamento quello che ricercavo con la frase che ho digitato (“social media news”). E’ quindi probabile che il traffico che arriva a questa pagina, digitando queste parole, sia il traffico giusto. 

Per sapere qual è la frequenza di rimbalzo del nostro sito possiamo utilizzare vari strumenti, gratuiti o a pagamento. Il più famoso, tra quelli gratuiti, è probabilmente Google Analytics

 

Un pensiero su “La performance del sito web e la frequenza di rimbalzo

  1. Buon articolo, solo una precisazione: non è possibile tecnicamente, se non attraverso mezzi illegittimi, conoscere il tempo di visita di una pagina se questa è stata l’unica pagina visitata. Dunque nel caso di BR elevato non si può guardare al tempo medio di visita ma bisogna ricorrere a metodi qualitativi come quello da lei indicato.

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